Mostra su Augusto

30 dicembre 2013 – Scuderie del Quirinale, Roma

Con viva soddisfazione, registriamo il deciso apprezzamento dei numerosi soci partecipanti per le esaustive ed appassionate spiegazioni della nostra guida, la archeologa dott.ssa Agostina Appetecchia, che con competenza e simpatia ci ha introdotti, attraverso il percorso della mostra, nella vita del grande Imperatore Romano.

OTTAVIANO AUGUSTO: IL PRIMO IMPERATORE
“Organizzata in occasione del bimillenario della morte (19 agosto 14 d.C.), la mostra presenta le tappe della folgorante storia personale di Augusto in parallelo alla nascita di una nuova epoca storica. Figlio adottivo e pronipote di Cesare, Augusto fu un personaggio dotato di un eccezionale carisma e intuito politico. Riuscì, laddove aveva fallito persino Cesare, a porre fine ai sanguinosi decenni di lotte interne che avevano consumato la Repubblica romana e a inaugurare una nuova stagione politica: l’Impero. Il suo principato, durato oltre quaranta anni, fu il più lungo che la storia di Roma avrebbe mai ricordato e l’Impero sotto di lui raggiunse la sua massima espansione estendendosi a tutto il bacino del Mediterraneo, dalla Spagna alla Turchia, al Maghreb, alla Grecia, alla Germania.  La fine delle guerre civili fu abilmente presentata quale epoca di pace, prosperità e abbondanza: divennero allora centrali concetti quali pax, pietas, concordia, cantati da poeti del calibro di Virgilio e Orazio, e da tutti gli intellettuali radunati nel circolo cosiddetto di Mecenate. “
-Brano tratto dalla presentazione della mostra sul sito delle Scuderie del Quirinale

Così Publio Cornelio Tacito nel proemio degli Annales:

Urbem Romam a principio reges habuere; libertatem et consulatum L. Brutus instituit. Dictaturae ad tempus sumebantur; neque decemviralis potestas ultra biennium, neque tribunorum militum consulare ius diu valuit. Non Cinnae, non Sullae longa dominatio; et Pompei Crassique potentia cito in Caesarem, Lepidi atque Antonii arma in Augustum cessere, qui cuncta discordiis civilibus fessa nomine principis sub imperium accepit. Sed veteris populi Romani prospera vel adversa claris scriptoribus memorata sunt; temporibusque Augusti dicendis non defuere decora ingenia, donec gliscente adulatione deterrerentur. Tiberii Gaique et Claudii ac Neronis res florentibus ipsis ob metum falsae, postquam occiderant, recentibus odiis compositae sunt. Inde consilium mihi pauca de Augusto et extrema tradere, mox Tiberii principatum et cetera, sine ira et studio, quorum causas procul habeo.
Roma da principio ebbe i re : da Lucio Bruto la libertà e’l consolato. Le dettature erano a tempo.  La podestà de’dieci non resse oltre due anni; nè molto l’autorità di consoli ne’tribuni dei soldati. Non Cinna, non Silla signoreggiò lungamente. La potenza di Pompeo e di Crasso tosto in Cesare, e l’armi di Lepido e d’Antonio caddero in Augusto ; il quale trovato ognuno stracco per le discordie civili, con titolo di principale  si prese il tutto. Hanno dell’antico popol romano chiari scrittori memorato il bene e il male: nè a narrare i tempi di Augusto mancarono ingegni onorati, mentre l’adulazione crescendo non gli guastò. Le cose di Tiberio, di Caio, di Claudio e di Nerone, furono compilate false, viventi essi, per paura, e di poi per li freschi rancori. Onde io intendo riferire alcuni ultimi fatti di ’Augusto ; il principato di Tiberio, e altro , senza tenere ira, nè parte, come lontano dalle cagioni
Traduzione  di Bernardo Davanzati (1882) –